Ipocondria. Che cos’è?

Pubblicato in Curosità

Ipocondria, un termine che spesso sentiamo nominare con accezione ironica, in riferimento a “malattie immaginarie”. Eppure si tratta di una condizione patologica vera e propria estremamente seria e invalidante, per chi ne è affetto.


Con ipocondria si intende la preoccupazione e la paura costante di avere una grave malattia, basata sull'errata interpretazione di una qualsiasi manifestazione corporea, senza aver ricevuto un'accurata valutazione medica.


Un soggetto ipocondriaco è infatti ossessionato dal timore esasperato nei confronti delle patologie e della morte. Generalmente si allarma anche se solo legge o sente parlare di una qualsiasi malattia, o se viene a conoscenza che qualcuno si è ammalato. Di conseguenza, cade in uno stato ansioso, inerente alla propria salute.

 

Non si tratta di un disagio fittizio o simulato, ma assolutamente reale, in cui ciò che viene percepito è del tutto veritiero.
Le patologie più temute sono il cancro e le malattie cardiache che portano gli ipocondriaci a controllare ossessivamente, attraverso analisi di laboratorio sempre negative, indici ematici, organi interni e funzioni fisiologiche.
Ne deriva che, vedendo ovunque una minaccia e sentendosi sempre malato, finiscono per cessare di vivere serenamente e per perdere anche la salute sotto i bombardamenti di farmaci e medicinali più variegati. 


Le cause dell’ipocondria sono molteplici. Tendenzialmente i soggetti più esposti sono quelli insicuri e apprensivi. Spesso la condizione può derivare da patologie psicologiche, attacchi di panico o depressione, esperienze pregresse di malattia, oppure ancora da modelli di riferimento familiari iperprotettivi, avuti durante la propria infanzia.

 

Possiamo distinguere tre facce di questo disturbo:


Ipocondria classica: di natura mutevole e migratoria, per cui si passa da un sintomo all’altro e da una malattia all’altra, ad esempio vari tipi di neoplasie o degenerazioni del sistema nervoso.


Patofobia: focalizzata su un oggetto definito. La forma più frequente è la cardio-fobia, ovvero l’ossessione sulle sensazioni cardiache e il timore di infarto.

Somatizzazione: quando il focalizzarsi esasperatamente su sintomi e fastidi, provoca malesseri di origine nervosa, come dolori intensi all’apparato digerente, diarrea, etc…

 

Cosa fare, dunque, se si è affetti da una forma, sia essa cronica o ricorrente, di ipocondria?


Ecco qualche suggerimento:

1. Il primo consiglio, per quanto scontato sembri essere, è quello di non andare sul web.
È risaputo che il “Dr. Google”, anziché rassicurare, spesso e volentieri finisce per fomentare ansie e timori.

 

2. Evitare continui controlli diagnostici, in quanto insistere sulle indagini, oltre ad amplificare la percezione del problema, può dar esito a risposte e pareri medici diversi, generando incertezza e confusione.

 

3. Tenere presente che non esistono farmaci per l’ipocondria. Assumere ansiolitici e antidepressivi incide solo sui sintomi, dunque sugli effetti e non sulla causa. Mentre gli antipsicotici portano a un distacco dalla realtà.

 

4. Nelle forme più lievi possono essere d’aiuto alcuni rimedi naturali, quali la valeriana, la melissa e la passiflora, con buona azione sedativa sugli stati d’ansia.

 

5. Si, alla psicoterapia breve-strategica, in cui il paziente deve svolgere un ruolo attivo insieme al terapeuta nella risoluzione del problema, cercando di spezzare, attraverso stratagemmi comportamentali, il circolo vizioso dell’ipocondria.

Hai dubbi o necessiti di maggiori informazioni su questo argomento? Contattaci, lo staff FARMAMIA è a tua disposizione!

Circa l'autore
Autore

Gabriella Pedicini

Dottoressa laureata presso l’università di Napoli Federico II con tesi dedicata alla farmacodinamica

31 agosto 2018

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